Zibaldone moscovita (maggio-settembre 1993). Documenti inediti
CDE 16
Renato RISALITI
Zibaldone moscovita (maggio-settembre 1993). Documenti inediti
226 p., ill.
ISBN 978-88-7760-316-6
29.00 €
Questo volume è il diario nudo e crudo di una catastrofe annunciata, «la più grande tragedia del XX secolo», con un bilancio minimo di morti di fame, di inedia, suicidi, di almeno venti milioni di persone, scomparsi per risuscitare il cadavere del capitalismo russo fra gli evviva entusiasti dell’Occidente trionfante. L’Occidente pensava di aver sotterrato «il comunismo» o quello che si credeva tale e invece contribuiva alla rinascita di un “mostro”, quello russo, che lo aveva tormentato per almeno due secoli nel vecchio mondo…
Quella mia permanenza nella Russia in trasformazione avvenne in due diversi momenti del 1993, in un periodo di grandi cambiamenti economici, sociali, culturali non sempre del tutto positivi. Nel corso di poco tempo cadde tutta la struttura economica sovietica creata in molti decenni precedenti. Il piano dei 500 giorni si trasformò in un arraffa arraffa fra più proprietà e più beni che si poteva da parte della cosiddetta “nomenclatura” che, di punto in bianco, cambiò pelle e si scoprì dedita al business più sfrenato e sfrontato.
La svendita di tutto l’apparato industriale e commerciale divenne un gioco da ragazzi per la classe dirigente sovietica. Il dramma sociale provocò una crisi demografica senza precedenti nel mondo moderno. Milioni di persone videro distrutte le loro aspettative di vita e morirono silenziosamente o si suicidarono. La popolazione russa, malgrado tutta l’immigrazione, dall’Asia centrale, di 15 milioni di persone, scese da 150 a 142 milioni. Una perdita secca di circa 20 milioni di individui. Neanche le purghe di Stalin avevano provocato tanto sfacelo.
Nel mio diario registravo l’andamento dei prezzi e l’ondata dei cambiamenti. Nel frattempo, lavoravo all’Archivio del Komintern per studiare il lascito di Gramsci e Togliatti. Se le mie giornate spesso trascorrevano nell’archivio del Komintern non era un caso, ma una scelta precisa: perché dopo il crollo del regime sovietico gli archivi del Partito comunista e dell’Internazionale comunista potevano finalmente essere visti senza alcun filtro o censura, a differenza di quanto mi era capitato negli anni di studio all’Università Statale Lomonosov di Mosca. Era improvvisamente la manna dal cielo, la situazione che avevo sempre sognato.
Introduzione – 29 maggio - 25 giugno 1993. Viaggio (o meglio ritorno) a Mosca – 28 agosto - 25 settembre 1993 – Note.