La «Revue des Deux Mondes» e la cultura italiana tra le due Guerre
QC 4
Rosita TORDI
La «Revue des Deux Mondes» e la cultura italiana tra le due Guerre
142 p., ill.
ISBN 978-88-7760-954-0
19.00 €
È soltanto nel 1938, in seguito alla promulgazione anche in Italia delle leggi razziali di Norimberga, che Gillet decide di prendere le distanze dal regime fascista, in linea peraltro con la Chiesa di Roma. Nella enciclica Mit brennender Sorge, del 10 marzo 1937, il pontefice Pio XI definisce folle il tentativo di imprigionare Dio nei limiti di un solo popolo, nella ristrettezza etnica di una sola razza e, del tutto coerentemente, alla notizia dell’arrivo di Hitler a Roma – previsto per il maggio 1938, su ufficiale invito di Mussolini – non esiterà a lasciare immediatamente la città per ritirarsi nella residenza di Castel Gandolfo.
Cronista attento dell’evento è lo stesso Gillet: nel suo reportage, pubblicato nel fascicolo del 1° giugno 1938 della «Revue des Deux Mondes», Hitler à Rome, è palpabile fin dall’avvio il fastidio per lo straordinario fondale di scena offerto da Mussolini a Hitler, poi al fastidio subentra l’irrisione.
Gillet tornerà a Roma il 26 febbraio 1939, come inviato della «Revue des Deux Mondes», per redigere la cronaca del Conclave. Intenso resterà il suo scambio epistolare con gli scrittori italiani, inclusi quelli in più o meno aperto dissidio con il regime fascista.
È il caso di Giuseppe Antonio Borgese, con cui Gillet comincia a corrispondere nel 1921 in seguito alla pubblicazione del romanzo Rubé, al quale dedica una recensione, Un Julien Sorel Italien, nel fascicolo del 1° settembre di quello stesso anno. L’esordiente narratore italiano è avvicinato al grande Stendhal ma non senza esibite cautele. La corrispondenza con Borgese, anche se si dirada dopo il trasferimento di quest’ultimo negli Stati Uniti, conferma la vicinanza di Gillet agli intellettuali italiani in dissidio con il fascismo, soprattutto dopo l’avvicinamento di Mussolini a Hitler. Non sorprende quindi che scrittori di ascendenza ebraica si rivolgano a Gillet come a un referente autorevole. È anche il caso di Alberto Moravia.
Senza dubbio le lettere a Gillet di scrittori italiani tra le due guerre testimoniano, più o meno sotterraneamente, una condizione di grave disagio: soffocati dai diktat di una politica culturale ‘strapaesana’, essi guardano a una rivista sia pur tradizionalista quale è la «Revue des Deux Mondes» come al possibile ponte verso un mondo libero da totalitarismi.
Introduzione – Louis Gillet e gli scrittori italiani – Nel ventennio fascista – Lettere a Louis Gillet (1920-1940): Lettere di Corrado Alvaro – Lettere di Giuseppe Antonio Borgese – Lettere di Benedetto Croce – Lettera di Elena Croce – Lettere di Giovanni Gentile – Lettera di Alberto Moravia – Lettere di Mario Puccini – Lettere di Italo Siciliano – Note – Indici.