Migrazioni. Storie, lingue, scritture.
QC 8

a cura di Cettina RIZZO
pp. 296
ISBN 978-88-7760-9588
35.00 €
Gli obiettivi di questa ricerca sono stati quelli di valorizzare il concetto di cittadino plurilingue, aperto al mondo attraverso il superamento del monolinguismo e dell’etnocentrismo, per nulla scontato, come dimostrano le sperimentazioni di giovani studiosi di linguistica con le loro analisi sul campo, e di rivedere le nozioni associate al concetto di cultura, per focalizzare le idées reçues, i luoghi comuni, i preconcetti e costruire percorsi formativi interculturali. Il Plurilinguismo è stato considerato dalla prospettiva degli studi di Zygmunt Bauman per le lucide analisi sulla modernità liquida e di Claire Kramsch, che ha approfondito il concetto di competenza simbolica, sia nell’ambito delle relazioni comunicative, sia in quello pedagogico e didattico, che in questo progetto assume una notevole importanza. Competenza studiata in tutta la sua ricchezza e complessità, considerata polifonica, in grado di rendere conto della memoria culturale nel riposizionamento dell’enunciatore in un nuovo contesto sociale (sia esso il caso del migrante, dell’esule, del profugo, del rifugiato... e la casistica linguistica è molto ampia). La Competenza simbolica e le strategie messe in atto (di tipo gestuale, emotivo, estetico) permettono lo sviluppo di abilità che collegano sistemi e codici diversi di comunicazione e aprono ad un’importante pedagogia del senso. Nella società globale è fondamentale, infatti, la costruzione di competenze translinguistiche e transculturali in grado di valorizzare il saper essere, la sua complessità e la sua ricchezza. L’Interculturalità è stata studiata attraverso gli approcci suggeriti da Benvenuti e Ceserani nel 2012, nel testo che tratta la scrittura nell’era globale, e secondo i risultati recentissimi di Lenita Perrier, in cui si mette a fuoco il concetto di società globale, confini fluidi, dimensione ibrida e complessa. L’analisi del corpus, scelto sempre tra autori che si confrontano con una situazione di plurilinguismo stratigrafico, considera i testi come luoghi di ‘negoziazione’, come spazi che dimostrano come la lingua non sia mai statica ma contaminata e aperta ed esprima modi di pensare multiformi.